Padre Sgreva racconta Fratel Vittorino

 

Padre Gianni Sgreva

 

Frammenti di omelia di Padre Gianni Sgreva, tenuta a San Giacomo di Vago il 18 dicembre 2016 in occasione dell’ Anniversario della nascita al cielo di Fratel Vittorino
“Qui a S. Giacomo mi sento a casa perché con Fratel Vittorino ho stabilito un rapporto straordinario di sintonia e comunione.
Tramite Fratel Vittorino ho cercato di approfondire il carisma dell’Opera Don Calabria e con l’ordine  dei passionisti a cui io appartengo, vi è un rapporto speciale e di grande collaborazione.
Basti pensare che  nella nostra casa “Oasi della pace” a Medjugorje, la vetrata della chiesa ha l’effige di San Giovanni Calabria.
Fratel Vittorino, sulla scia del suo maestro, ha espresso in modo esemplare la paternità di Dio.
Faceva spesso l’esempio della nave in tempesta e di quel bambino che giocava tranquillo, perché il padre era al timone.
Fratel Vittorino era come un “bambino”, infatti sulla sua tomba c’è scritto: “se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”: la certezza della paternità di Dio era assoluta in Fratel Vittorino.
Don Calabria era solito domandare a Fratel Vittorino di andare a chiedere “segni particolari davanti al Tabernacolo”, per vivere nella fedeltà lo “Spirito dell’Opera”.
Fratel Vittorino con umiltà ed obbedienza, andava e ritornava da Don Calabria” con le risposte”.
Il Fratello, come veniva spesso chiamato,aveva una riverenza particolare verso Maria e  la chiamava “la me parona”(la mia padrona).
Maria è stata benedetta da Dio e chiamata a dare alla luce Gesù, al di fuori di ogni prospettiva umana. E’  stata un “Miracolo vivente”, perché ha avuto fede.
Così Fratel Vittorino considerava ordinario ricevere “segni particolari”, per la sua fede straordinaria: non ha fatto nessuna università o studi particolari, eppure ha capito in profondità il carisma dell’Opera.
Il Fratello invocava spesso Giuseppe e Maria, come sposi, perché hanno realizzato la “Sacra Famiglia”.
Infatti  Gesù, partorito da  Maria, viene dallo Spirito Santo e Giuseppe ha “capito” questo miracolo.
Racconto ora un fatto particolare:
Quando ho aperto la casa  “Oasi della Pace” a Priabona, in provincia di Vicenza, dove si faceva adorazione perpetua, sono stato ostacolato dal vescovo Nonis.
Fratel Vittorino era molto dispiaciuto per questo ed è andato a parlare personalmente con il vescovo Nonis, ma non c’è stato niente da fare, ho dovuto chiudere quella casa e cercare altrove.
Allora Fratel Vittorino mi ha incoraggiato e mi ha detto:” va avanti, perché le redini sono nelle mani del Signore” e mi ha anche profetizzato che avrei incontrato il vescovo Nonis prima della sua morte.
Infatti nel luglio del 2014, sono stato chiamato da una suora assistente del vescovo Nonis, per parlare con lui: era infermo ed ha voluto che lo confessassi.
Al termine, quando ho detto che ero P. Gianni di Priabona,  piangendo mi ha baciato la mano e ci siamo abbracciati. Poco dopo  il Vescovo Nonis è morto.
Un altro ricordo bello è stato l’incontro che Fratel Vittorino ha voluto fare nel 1988 con Padre Adalberto dell’Addolorata, mio confratello.
Durante l’incontro P. Adalberto ha parlato del suo rapporto particolare con Don Calabria, tanto che quest’ultimo non poteva morire se non avesse ricevuto il benestare del primo.
Infatti il 3 dicembre 1954, alle ore 19.30, Padre Adalberto ha sentito una forza interiore da mandare  questo telegramma  a Don Calabria: ” Vai pure subito in cielo con la mia benedizione, ti abbraccio, ti benedico e ti bacio, arrivederci in Paradiso”. Nelle prime ore del 4 dicembre 1954 Don Calabria è morto.
Fratel Vittorino è stato infine messaggero tra Don Calabria e Padre Leopoldo. Quest’ultimo ha mandato un messaggio a Don Calabria dicendo che sarebbe diventato un grande santo. Don Calabria ha risposto che Padre Leopoldo lo  sarebbe diventato prima di lui !!
Questa era la figura di Fratel Vittorino, con la fede e la semplicità di un bambino  che aveva due amori: Maria e L’Eucarestia “.

Gianni Sgreva