La Sfida della Realtà

 

La Sfida della Realtà

 

“La sfida della  realtà”  è il tema affrontato dal  26 al 29 novembre 2015 a Verona in occasione del 5° FESTIVAL DELLA DOTTRINA SOCIALE, realizzato in contemporanea con la fiera dei giovani  “JOB & ORIENTA”, proprio per dare sempre più valore ai giovani ed al loro futuro .

L’ Associazione Etica ed Economia Fr. Vittorino (www.eticaeconomiafratelvittorino.it) ha partecipato attivamente assieme a molte altre associazioni  nell’organizzazione, logistica e diffusione dell’evento che sta diventando un riferimento importante  a livello nazionale per
“ scuotere le coscienze ” ed  “aprire gli occhi” sulla necessità ed urgenza di applicare “concretamente” gli insegnamenti della Dottrina Sociale nelle nostre attività lavorative, sociali e familiari.
Al festival è intervenuta una pluralità di voci  che ha affrontato problemi  “scottanti ”  riguardo welfare, etica, economia e finanza.  Ma questa pluralità di voci diverse ha lavorato per un obiettivo comune: lavorare assieme per realizzare un mondo nuovo più a dimensione dell’uomo e delle sue necessità.

MESSAGGIO DEL PAPA

Il Santo Padre per l’occasione ha inviato un Video Messaggio, che per la ricchezza e profondità delle tematiche affrontate, riproponiamo nelle parti più significative:
…”Quest’anno avete scelto come tema “La sfida della realtà”, riferendovi a quanto ho scritto nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Esiste anche una tensione bipolare tra l’idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola, dell’immagine, del sofisma» (n. 231). Per prevenire il pericolo di vivere fuori dalla realtà è necessario aprire gli occhi e il cuore.
La nostra vita è fatta di tante cose, di un fiume di notizie, di tanti problemi: tutto ciò ci spinge a non vedere, a non accorgerci dei problemi delle persone che ci stanno accanto. L’indifferenza sembra essere una medicina che ci protegge dal coinvolgimento, diventa un modo per stare più tranquilli. Questa è l’indifferenza. Ma questa estraneità è un modo che difende l’egoismo e ci rende tristi. Lo star vicino alle persone, versare l’olio della consolazione, toccare la carne dell’altro, farsi carico dei suoi problemi allarga il cuore, rimette in circolazione l’amore e ci fa stare bene. E’ questa concretezza e questa prossimità la strada indicata da Gesù quando dice: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere…” (cfr Mt 25,31- 46). Chinarsi: questa è la parola. Chinarsi  sull’altro è il modo più diretto per allargare il cuore, accendere l’amore, ispirare il pensiero, inventare risposte concrete e inedite ai problemi.
La sfida della realtà chiede anche la capacità di dialogare, di costruire ponti al posto dei muri perché questo è il tempo del dialogo, non della difesa di rigidità contrapposte. Vi invito ad affrontare «la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio» (Evangelii gaudium, 87). Il dialogo apre al diverso e ricompone in un quadro i tanti segmenti della nostra società, creando le condizioni per un disegno armonico.
La sfida della realtà chiede però un cambiamento. Da tutti è percepito il bisogno di cambiamento perché si avverte che c’è qualcosa che non va. Il consumismo, l’idolatria del denaro, le troppe diseguaglianze e ingiustizie, l’omologazione al pensiero dominante sono un peso da cui ci vogliamo liberare con il recupero della nostra dignità e impegnandoci nella condivisione, sapendo che la soluzione ai problemi concreti non viene dai soldi ma dalla fraternità che si fa carico dell’altro. Il cambiamento vero parte innanzitutto da noi stessi ed è un frutto dello Spirito Santo. Persone interiormente cambiate dallo Spirito conducono anche a un cambiamento sociale. Il cambiamento è richiesto poi alle nostre strutture: è preferibile essere flessibili, per rispondere meglio ai bisogni concreti, che difendere le strutture e rimanere ingessati. Fare un po’ di pulizia, aumentare la trasparenza, recuperare freschezza, genuinità e agilità fa bene alle strutture e alle persone: troveremo nuovamente lo slancio e l’entusiasmo di fare qualcosa di bello a servizio dei fratelli. Ai nuovi bisogni e alle nuove povertà occorrono risposte nuove. Vivendo la prossimità troveremo anche l’ispirazione e la forza per dare una forma concreta al cambiamento da tutti desiderato…”

 

PREMIO  PER IL BENE COMUNE

Durante le giornate  del Festival è stata organizzata la consegna del “Premio all’impegno d’impresa per il bene comune” .
Alla serata ha partecipato anche l’economo generale Fr. Gedovar Nazzari,  con una delegazione di religiosi e laici calabriani.
E’ stato uno dei momenti più toccanti e ricchi di significato: sono stati premiati  imprenditori e manager di imprese piccole, grandi  e associazioni di volontariato  che si sono distinte per iniziative di solidarietà nei territori e nei contesti sociali in cui operano, provenienti da tutte le parti d’Italia. Ognuno di essi ha raccontato la propria storia con semplicità ed entusiasmo. E’ stato commovente vedere quante persone nel “silenzio”  lavorano incessantemente per il bene comune.

CONCLUSIONI

S.E. Mons. Nunzio Galantino

S.E. Mons. Nunzio Galantino

Il bilancio del Festival della Dottrina Sociale è stato estremamente positivo sia per i messaggi lanciati, sia per il numero di   partecipanti  cinquemila  di cui mille giovani.
Le persone erano desiderose d’ incontrarsi, di scambiarsi idee ed esperienze .
Il segretario della CEI,  Mons. Nunzio Galantino, ha partecipato alla giornata conclusiva del Festival, parlando di come si stiano realizzando, non senza difficoltà delle trasformazioni in seno alla Chiesa.
Ha incoraggiato a dare più slancio e forza a imprese e organizzazioni che sappiano realizzare le loro attività con criteri etici.
Possiamo riassumere il 5°Festival, secondo la sintesi tratta dall’organizzatore Mons.Adriano Vincenzi, in tre parole:
La prima è Bellezza, perché questo evento è stata una vera esperienza spirituale! Dobbiamo ritrovare il lato positivo delle persone: pur notandone i limiti, ma vediamo anche qualcosa di bello.
La seconda è Essenzialità. Parliamo meno e facciamo di più, perché chi fa cose grandi di solito parla poco.
La terza è Passione: facciamo ciò che nessuno ci ha comandato di fare, non obbediamo a strutture, siamo solo attratti del prenderci cura del territorio e degli altri.
Solo così rispondiamo appieno alla nostra “CHIAMATA ! ”

 

 

                                                                                                               Angelina Franchetti