Il IV° Festival della Dottrina Sociale a Verona

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Dal 20 al 23 novembre 2014, si è svolto a Verona il IV Festival della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC). L’essere giunti alla quarta edizione consecutiva è segno della rilevanza ottenuta da questo evento, grazie, anche, agli sforzi organizzativi spesi per realizzarlo e alle favorevoli adesioni raccolte.

Questa città, inoltre, esercita da sempre un forte richiamo per la sua capacità di offrire, oltre ai servizi di ospitalità, un contesto artistico-culturale di cui pochi altri luoghi possono disporre. Si è trattato di 4 giorni di convegni, tavole rotonde e manifestazioni tenute principalmente in luoghi del centro storico ma anche presso la Fiera di Verona.
Nelle righe seguenti tenteremo di dare una sintesi dei lavori svolti, compito, questo, di per sé impegnativo per i moltissimi argomenti e stimoli scaturiti dall’evento.
Per approfondimenti rimandiamo al sito web del Festival:(http//dottrinasociale.it). Molti componenti della nostra associazione hanno partecipato alle attività proposte dal festival fornendo contributi concreti.
Il tema di quest’anno è stato: “Fuori dai luoghi e dentro al tempo”. Il titolo è emerso dalla necessità che “C’è bisogno di uscire, di andare oltre, per lasciare i luoghi comuni, gli stereotipi, le finte certezze, il possesso e le false sicurezze. Vivere dentro il tempo è accettare la sfida dell’imprevedibile, del differente, dell’altro che non è mai come noi vorremmo”.
E’ da segnalare il successo che ha avuto la partecipazione del Festival alla manifestazione di Job Orienta presso la Fiera. Con il supporto di Cattolica Assicurazioni, è stato possibile per delle aziende start up, create da giovani, poter offrire agli studenti degli esempi concreti di creatività e di sviluppo professionale, diventando imprenditori con nuove forme associative.
Con riferimento ai vari interventi succedutisi nella giornata inaugurale, forniremo, ora, una panoramica delle tematiche e degli indirizzi su  auspicabili linee-guida per il futuro.
Organizzare il Festival della Dottrina Sociale, come ha detto Claudio Gentili della rivista “La Società”, significa far ritornare i grandi valori nell’ “agorà”, nella piazza, far incontrare la gente e quindi rimettersi a pensare. Il Festival della DSC, inoltre, affronta la nostra società a 360 gradi con vari temi e persone provenienti da diversi ambiti professionali.
Mons. Vincenzi (ideatore del Festival) lo definisce come un mosaico i cui tasselli  sono le competenze dei partecipanti provenienti da vari ambiti (economia, formazione, welfare, cooperazione, sociale…). Esse costituiscono una ricchezza e, nello stesso tempo, una risposta alla necessità di ampliare le proprie conoscenze e capacità, per poter agire e parlare senza timore di fraintendimenti, confusione ed incertezze.
La portata nazionale del Festival si è ravvisata anche dal messaggio (video) del Santo Padre e dal telegramma inviato dal Presidente della Repubblica.
Napolitano ritiene il Festival una occasione per confrontare le ragioni del pensiero sociale cristiano con i processi di cambiamento in atto nella società, con particolare attenzione alla disoccupazione giovanile. La Dottrina Sociale- afferma, inoltre- è portatrice di equità e solidarietà presenti nella Costituzione Italiana e nell’Unione Europea, che considerano la dignità della persona un valore primario.

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Papa Francesco

 

Il Papa, nel suo  video-intervento, mette in guardia contro la sensazione di impotenza  di fronte agli sforzi da compiere per affrontare la crisi, perché si rischia di non sentire il grido dei poveri mentre, invece, bisogna prendere l’iniziativa, che deve basarsi sull’amore, e vedere le cose in modo nuovo. Per esempio: si dice che manca il denaro ma esso si trova sempre per le guerre. (E’ un argomento, questo, molto sottaciuto!). Occorrono persone innovative nella relazione e non solo nella tecnologia, con nuove forme di ingresso nel mondo del lavoro, nuove forme di partecipazione, nuove forme di interazione tra impresa e territorio. Sono necessarie anche iniziative per superare l’assistenzialismo, creando nuovi processi produttivi. A tal proposito cita un esempio di modo diverso di superare i problemi: un papà, con un figlio down, ha adoperato gli aiuti ricevuti pensando anche agli altri nella medesima situazione e ha creato una cooperativa di ragazzi down, costruendo, in tal modo, le premesse per un futuro del figlio e loro. Questo è stato un esempio di “andare oltre”.
Il Papa  richiama all’unità, alla condivisione di un medesimo fine: “se ci muoviamo come popolo”-dice-”la nostra esistenza evidenzierà questo significato e questa pienezza.”

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Mons. Zenti Vescovo di Verona

 

Nel suo intervento, Mons. Zenti, vescovo di Verona, definisce la famiglia come il vero segreto per gli italiani che vogliono uscire dalla crisi: ricostituire la famiglia, dunque,perché essa ha in custodia la valorizzazione del patrimonio dell’amore.
Lo Stato è sussidiario alla società e ne sostiene il suo motore che è il settore di attività nel sociale.
Finché la finanza domina il mondo, condizionandolo con il suo arrogante e spietato potere, non risolviamo i problemi che ci attanagliano perché il vero volano di una nuova economia è un sistema finanziario universale ispirato alla sobrietà.
Occorre, quindi, un nuovo umanesimo in Gesù Cristo, non come utopia ma come profezia, con cristiani testimoni credibili.
Mons. Toso (Pontificio Consiglio Giustizia e Pace) è stato molto schietto e diretto nell’esortare alla mobilitazione il popolo della Chiesa, interpretando così il desiderio di Papa Francesco. La democrazia, quando è in mano alle oligarchie, non è più tale perché essa, come dice il suo significato, deve essere partecipativa ed inclusiva.
Riappropriamoci, quindi, della democrazia, ricreandola e rifondandola!
Il cambiamento politico-sociale va attuato, però, a partire dalle comunità ecclesiali perché, ultimamente, la grande spinta al rinnovamento è venuta dalla Chiesa e non dalle istituzioni finanziarie; merito, questo, riconosciuto anche dall’ONU.
Il professore Anelli (Università Cattolica Milano) ha parlato del ruolo della formazione: bisogna dare fiducia ai giovani ma sono gli adulti che la devono conquistare, soprattutto gli educatori; in Italia si assiste ad un calo degli iscritti all’università.
Occorre innovare il metodo formativo; all’università di Harward dicono che dopo la laurea il lavoro ce lo dobbiamo creare perché se si insegnasse solo un mestiere si è destinati a diventare obsoleti.

Ministro del lavoro Poletti

Ministro del Lavoro Poletti

Il Ministro del Lavoro Poletti ha voluto sottolineare come il governo abbia già preso l’iniziativa per il cambiamento con le nuove regole sul lavoro. I cosiddetti ammortizzatori sociali servono sicuramente come aiuto alle persone in difficoltà ma vanno gestiti in maniera condizionale: chi rimane senza lavoro non deve avere un atteggiamento passivo ma deve cercare di darsi da fare per cogliere le opportunità che gli vengono offerte, anche sotto il profilo di formazione integrativa, al fine di trovare una nuova occupazione.
E’ toccato a Mons. Vincenzi tirare le conclusioni delle giornate di lavoro del Festival ed inizia con l’interrogativo di come vogliamo essere presenti ed essere lievito della società.
Essere lievito significa anche essere liberi, agire come il lievito che non chiede chi mangerà la torta o quale saranno gli altri ingredienti prima di decidere se espletare la sua funzione; in pratica, agisce indipendentemente dal contesto.
Mons. Vincenzi ribadisce la necessità di impegnarsi senza paura di sbagliare e senza criticare troppo chi sbaglia. Il problema non è tanto lo sbagliare quanto il non riconoscere di farlo. Solo così si cresce.
E’ importante, inoltre, l’unità dei cattolici in quanto le cose buone si ottengono con la convergenza di più persone e non con singoli eroi. Occorrono, quindi, forme laicali basate sulla vocazione personale.
Infine: per costruire persone nuove e una nuova società occorre Dio e in questo consiste la spiritualità della DSC.
Le tavole rotonde e i dibattiti che si sono susseguiti nelle giornate del Festival hanno approfondito le più svariate tematiche del mondo economico. Ne accenniamo alcune con dei flash tematici:

La Cooperazione

La cooperazione conta molto anche se è ostacolata dalla eccessiva burocrazia. Il contributo monetario pubblico per le start up in questo settore è troppo esiguo. La forma cooperativa è maggiormente radicata al territorio con cui interagisce.
Le cooperative spurie, costituite per fornire lavoro a minor prezzo con il settore Profit, non rientrano nella concezione cooperativistica che mira alla condivisione del profitto, della partecipazione nelle decisioni. Dell’innovazione.

Formazione Professionale

C’è l’esigenza di conciliare maggiormente scuola e lavoro e lavorare per preparare adeguatamente i formatori.

Welfare

Bisogna difendere soprattutto le persone, e non i posti di lavoro, mediante l’attuazione di nuovi meccanismi.
In Italia manca il reddito minimo di disoccupazione da legare, in maniera condizionale, alla disponibilità di darsi da fare per riprendere un nuovo lavoro.

Lavoro

E’ avvenuta una metamorfosi del lavoro, che si è spostato in prevalenza sui servizi mentre si va perdendo il manifatturiero ed il relativo know how.
Si è sganciato il lavoro dagli aspetti “spirituali” (costruzione della propria umanità e del carattere, collaborazione con Dio nella gestione del creato e servizio ai fratelli), focalizzandosi solo sul guadagno. Si è scelta l’efficienza e la maggior resa finanziaria, facendo fare il lavoro alle macchine e non all’uomo. Le macchine producono efficienza ma non sviluppo, mentre lo sviluppo occupa tempo ma non è produttivo.  Sulla lunga distanza, però, questa si è rivelata una scelta non lungimirante.
La compartecipazione, con la giusta quota di responsabilità individuale, è la strada da seguire per il futuro. L’esempio del binomio responsabilità-collaborazione si ha nella bottega artigiana dove, se si ammalano contemporaneamente titolare e operaio, la bottega si ferma.

Banche

Le banche di media grandezza esisteranno sempre perché hanno uno stretto rapporto con il territorio.
Si auspicano, per il futuro, investimenti dal settore pubblico e finanziamenti con i fondi di garanzia e cassa prestiti.
Mancano figure di analisti di progetti che siano il tramite tra le proposte degli imprenditori e il mondo finanziario col fine di instaurare un dialogo proficuo.
Le associazioni di categoria dovrebbero essere più convincenti verso la richiesta di credito.

Per concludere

un piccolo pensiero da parte nostra.
Con il Festival della Dottrina Sociale, la Chiesa dà ulteriore dimostrazione della sua prossimità al vivere umano con tutte le sue problematiche e, in questo suo agire, come non sentire la vicinanza di Dio?
Consapevoli di ciò, dobbiamo trovare il coraggio del cambiamento esercitando la nostra libertà, e ci piace riportare quanto detto da Mons. Vincenzi:
“Per fare il bene non occorre chiedere il permesso a nessuno”.

 Flavio Danese