Etica ed Economia Fratel Vittorino al convegno UCID (Sfruz-Tn)

 

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Il giorno 11 Ottobre 2014, alcuni membri dell’associazione Etica ed Economia Fratel Vittorino, hanno partecipato al convegno UCID (Unione Cristiana Imprenditori e dirigenti) in cui l’ospite relatore era il Prof. Marco Vitale.

L’incontro si è svolto in un albergo a ridosso di un bosco di pini a 1000 metri di altitudine, un piacevole contesto di ambiente montano adatto per incontri di studio e riflessione.
Mentre la prolusione del prof.Vitale si è svolta al mattino, nel pomeriggio sono seguite le osservazioni di Mons. Adriano Vincenzi per dare una visione, da persone di fede, della realtà odierna e cercare di delineare un percorso che l’ UCID può darsi per essere protagonista dell’esigenza del cambiamento verso il “nuovo”.

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Prof Marco Vitale

Il prof. Vitale è molto conosciuto nel panorama culturale e nell’impegno sociale in quanto con i suoi libri e le conferenze, sia in Italia che all’estero, divulga il pensiero nuovo per ridare all’economia il ruolo di teoria e prassi umana per il bene comune.
Il documento completo dell’esposizione fatta dal prof. Vitale lo si può trovare sotto questo articolo.
Per brevità anticipiamo in sintesi i punti significativi.

LA SITUAZIONE ECONOMICA ATTUALE

È una situazione conosciuta da tutti: molte imprese hanno chiuso l’attività, la disoccupazione è crescente, le politiche economiche e sociali sono inadeguate e l’attività imprenditoriale e manageriale non sono all’altezza della situazione.
Ci sono eccezioni di imprese che dimostrano le capacità dell’eccellenza italiana tuttavia sono una minoranza. Ad aggravare la situazione vi sono pratiche di corruzione che non danno merito alle aziende oneste.

LE CAUSE DELLA CRISI 

Si possono ricondurre essenzialmente all’atteggiamento prevalente di una visione finanziaria dell’economia, promossa soprattutto da un modello di sviluppo economico americano, che si è progressivamente staccata dall’economia reale.
Vi è stata anche una negazione continua della profondità della crisi, inoltre il mancato protagonismo delle università di elaborare un pensiero contro corrente, significa l’esistenza di un impedimento al pensiero libero con le dovute eccezioni di economisti che invece parlano in maniera trasparente.
L’impresa non è stata colta come soggetto storico legato ad un territorio e alle persone, ma solo nel puro aspetto produttivo-economico. Essa tuttavia non può identificarsi solo in funzione dell’interesse della proprietà.
Nel campo manageriale è prevalso un approccio tecnicistico legato alla specializzazione che non ha tenuto conto di tutte le variabili che occorrono per dirigere.

Economico di Senofonte

Economico di Senofonte

Metodi più sani di direzione sono stati scritti perfino nell’antico testo di Senofonte “ECONOMICO” dove l’autore immagina Socrate che incontra Iscomaco giovane imprenditore di successo per indagare le ragioni dei buoni risultati nelle sue  molteplici attività.
In pratica si tratta del primo testo occidentale di management in cui vengono considerate tutte le relazioni interne ed esterne che un attività aziendale pone in atto. L’attenzione ai collaboratori va fatta  per esempio nel modo di comandare, di formare e di incentivare.
Il guru dell’organizzazione aziendale dei nostri giorni Peter Drucker definisce:”Le aziende non sono fine a se stesse, ma esistono per svolgere una determinata funzione sociale, esse sono strumenti per assolvere fini che le trascendono. Sono organi di sviluppo”.
Si riscontra quindi il fallimento di una prassi neoliberista a cui si aggiunge una mentalità obsoleta di “sinistra” per la quale l’impresa è costituita essenzialmente da capitale e lavoro in eterno conflitto.
Il pensiero cattolico, pur disponendo della dottrina sociale della chiesa, è stato insufficiente per generare una nuova prassi e deve maggiormente impegnarsi.

NUOVI PARADIGMI 

– Appello ad una moralità personale e pubblica.
– Legittimazione dell’impresa solo se è fattore di sviluppo e di incivilimento, come ha saputo essere nel passato.
– L’impresa deve creare valore aggiunto (materiale e immateriale), attraverso l’innovazione.
Anche se vi sono i motivi, non ci si deve scoraggiare per non lasciare spazio a degenerazioni successive dei problemi e, per dirla come il filosofo Karl Popper: “Noi possiamo fare qualche cosa per il futuro. Forse possiamo fare poco, ma ciò che possiamo fare, dobbiamo farlo”.

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Mons. Adriano Vincenzi

Nel pomeriggio Mons. Adriano Vincenzi ha iniziato una riflessione su come i credenti che agiscono nel campo dell’ imprenditoria devono porsi di fronte alle problematiche. La risposta ha una semplicità e grandezza: Recuperare Dio.
Lo scoramento e la stanchezza che si notano nel far fronte ai problemi sono dovuti ad una presunzione di dover essere soprattutto produttivi e di successo, tuttavia c’è da ribadire che gli uomini da soli non riescono a cambiare il mondo altrimenti non si considera il significato di Dio nella storia in quanto è Lui che può riuscire con pienezza in questa impresa.
Come credenti dobbiamo lavorare recuperando la dimensione spirituale riconoscendo la nostra insufficienza e, su questa capacità di agire nel limite seguendo il vangelo, Dio misurerà l’opera umana.
Svincolati dalla mentalità prettamente “produttivistica”in senso stretto, ci si sente uomini nuovi e liberi, pronti al cambiamento perché ci si “colloca oltre”.
Con questa prospettiva una organizzazione come l’UCID può porsi in maniera nuova verso la realtà uscendone rafforzata.
È stato fatto presente che il “collocarsi oltre” è anche il tema del prossimo festival DSC (20 – 23 novembre 2014) intitolato “oltre i luoghi, dentro il tempo”. Il  luogo significa fissità, ripetitività, finte certezze mentre vivere il tempo vuol dire accettare l’imprevedibilità, la diversità, il cambiamento.

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 Flavio Danese e Tommaso Scardova