Meno disuguaglianze, più differenze

Papa Francesco

Papa Francesco

Molti componenti dell’Associazione Etica ed Economia Fratel Vittorino hanno partecipato attivamente al 3° festival della dottrina sociale della chiesa, intitolata “Meno disuguaglianze, più differenze”,
svoltosi a Verona dal 21 al 24 novembre 2013.

All’inaugurazione del Festival è stato proiettato un video messaggio di Papa Francesco del quale riportiamo alcuni passaggi significativi: “Meno disuguaglianze, più differenze” è un titolo che evidenzia la plurale ricchezza delle persone come espressione dei talenti personali e prende le distanze dalla omologazione che mortifica e paradossalmente  aumenta le disuguaglianze. Vorrei tradurre il titolo in un’immagine: la sfera e il poliedro.
La sfera può rappresentare l’omologazione, come una specie di globalizzazione: è liscia, senza sfaccettature, uguale a se stessa in tutte le parti. Il poliedro ha una forma simile alla sfera, ma è composta da molte facce.
MI piace immaginare l’umanità come un poliedro, nel quale le forme molteplici, esprimendosi, costituiscono gli elementi che compongono, nella pluralità l’unica famiglia umana.
E questa si una vera globalizzazione. L’altra globalizzazione – quella della sfera – è una omologazione. Un secondo pensiero è rivolto ai giovani e agli anziani: il riconoscimento delle differenze valorizza le persone, a differenza dell’omologazione, che ha il rischio di scartarle. Oggi, i giovani e i vecchi vengono considerati scarti, perché non rispondono  alle logiche produttive in una visione funzionalista della società, non rispondono ad alcuni criterio utile di investimento. Si dice sono “passivi”, non producono, nell’economia del mercato non sono soggetti di produzione. Non dobbiamo dimenticare, però che i giovani ed i vecchi portano ciascuno una loro grande ricchezza: ambedue sono il futuro di un popolo. I giovani sono la forza per andare avanti; i vecchi sono la memoria del popolo, la saggezza. Non può essere sviluppo autentico, né crescita armonica di una società se viene negata la forza dei giovani e la memoria dei vecchi.
Un popolo che non cura i giovani e dei vecchi non ha futuro. È per questo che dobbiamo fare tutto quanto è possibile per evitare che la nostra società produca uno scarto sociale e dobbiamo impegnarci tutti per tenere viva la memoria, con lo sguardo rivolto al futuro.
[…] Chi opera nell’economia e nella finanza è sicuramente attratto dal profitto e se non sta attento, si mette a servire il profitto stesso, così diventa schiavo del denaro. La Dottrina Sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Occorre coraggio, un pensiero e la forza della fede per stare dentro il mercato, guidati da una coscienza che mette al centro la dignità della persona, non l’idolo denaro.